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LA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR

Qualità dell'aria indoor: percezione ed effetti sulla salute

La qualità dell’aria negli ambienti interni, o indoor, è un requisito fondamentale per il comfort e la salute degli occupanti. Si tratta di un argomento complesso, collegato sia all’inquinamento esterno sia alle sostanze inquinanti emesse all’interno degli edifici. Prima di tutto ricordiamo che una reale distinzione tra ambiente interno ed esterno è impossibile da ottenere perché in qualsiasi edificio c’è sempre una quota di infiltrazione, aereazione o ventilazione che contribuisce a far entrare contaminanti dall’esterno. Inoltre, relativamente agli inquinanti, esiste una sostanziale differenza tra valori limite di salubrità e valori limite di comfort.

Nel monitoraggio della qualità dell'aria indoor, i valori limite di salubrità si riferiscono ai livelli di concentrazione degli inquinanti oltre i quali l’individuo può accusare problemi di salute; possono essere riferiti a una breve esposizione o a un tempo più lungo. I livelli limite di comfort fissano i range di contaminanti che possono indurre negli occupanti una sensazione di malessere, oppure di aria pesante caratterizzata da odore sgradevole (ad esempio, una stanza affollata e priva di impianti di ventilazione).
 

Monitoraggio della qualità dell'aria indoor

I contaminanti esterni derivano da diversi fattori:

  • Traffico
  • Industrie
  • Centrali termoelettriche
  • Impianti di riscaldamento degli edifici alimentati con combustibili fossili
  • Camini, stufe a legna
  • Incendi
  • Terreno
  • Prodotti per l’agricoltura

I contaminanti interni responsabili del cosiddetto inquinamento indoor sono dovuti:

  • All’occupazione
  • A processi di combustione/fumo
  • Ad arredi, cosmetici, tessuti, detergenti e altri prodotti per la casa
  • Ai materiali da costruzione
  • A esseri viventi come batteri, funghi, ecc.
     

L’inquinamento dovuto all’occupazione degli ambienti è costituito da tutte le sostanze di natura organica e inorganica emesse dalle persone attraverso processi metabolici (come la respirazione) e che si possono genericamente definire bioeffluentiumani. Pur non raggiungendo quasi mai delle concentrazioni nocive per la salute, molti di essi sono caratterizzati da un odore sgradevole per cui vengono sempre percepiti come dei contaminanti dell’aria a concentrazioni relativamente alte.

In Italia la Circolare n. 57 del 22/06/1983 del Ministero della Sanità fissa come limite massimo di esposizione all’inquinante il valore di 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno, mentre l’OMS ha fissato come riferimento di qualità dell’aria indoor per la popolazione generale un limite ancora inferiore pari a 0,08 ppm come valore medio su 30 minuti.

 

Qualità dell'aria indoor: contaminanti interni ed esterni

PARAMETRI DELLA QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR

Oltre i valori limite di salubrità e di comfort per ogni inquinante reperibili nelle apposite linee guida o normative, si possono individuare alcuni parametri che esprimono la qualità dell’aria indoor: si tratta di Olf, Decipol e concentrazione di CO2. Gli Olf sono indicatori dell’inquinamento percepito: un Olf è l’unità di misura del carico inquinante equivalente di una sorgente e rappresenta l’emissione di inquinanti di una persona standard. Il Decipol quantifica invece il livello di qualità dell’aria percepito, ovvero il livello di inquinamento olfattivo equivalente. Concentrazione di anidride carbonica (CO2) prodotta dalla respirazione delle persone: questo parametro è utilizzato come espressione dell’inquinamento dovuto all’uomo e alle sue attività. Rapportando la concentrazione di CO2 misurata all’interno dell’edificio con quella esterna (generalmente attorno a 400 ppm), è possibile avere un’idea dell’occupazione degli ambienti.
 

QUALITÀ DELL’ARIA INDOOR E VENTILAZIONE: NORMATIVA ITALIANA ED EUROPEA

Dal momento che la ventilazione meccanica, ovvero l’areazione degli ambienti, rappresenta la soluzione più efficace per la rimozione dei contaminanti interni, la normativa tecnica prevede minime portate d’aria di rinnovo per garantire la salubrità degli ambienti e il comfort. Tuttavia non esiste un unico standard: norme nazionali come la UNI 10339coesistono con norme europee caratterizzate da altre impostazioni, rischiando di creare confusione. Un discorso analogo si può fare sulla filtrazione, anche perché le norme sulla classificazione dei filtri sono nel frattempo cambiate. UNI 10339:1993 È la norma italiana di riferimento per gli impianti aeraulici destinati al benessere delle persone, installati in edifici chiusi. Fornisce informazioni sulla filtrazione e sulle portate minime d’aria esterna. Per quanto riguarda la filtrazione si fa riferimento ad una classificazione dei filtri a media, alta e altissima efficienza ormai superata da quanto proposto dalla più recente EN 779:2012.

Qualità dell'aria indoor e filtrazione aria esterna

UNI EN 13779:2008
Ad oggi è adottata come standard nazionale in tutti i paesi europei per la ventilazione meccanica. L’aria esterna è classificata secondo tre categorie: dalla ODA 1, in cui l’aria è pura, alla ODA 3, dove la concentrazione di gas e particelle è elevata. Per la qualità dell’aria negli spazi interni le categorie sono quattro, da IDA 4 (peggiore) fino a IDA 1 (migliore). Sebbene sia un metodo limitato per determinare la qualità dell’aria negli spazi interni, la norma ammette di considerare la concentrazione di CO2 per stabilire la qualità dell’aria indoor. Parallelamente fornisce la quantità d’aria esterna a persona necessaria per il mantenimento della categoria e fornisce indicazioni sulla filtrazione. Sulla base delle condizioni ODA e IDA (tabella 4), nella tabella 3 vedete la giusta combinazione dei filtri classificati secondo la norma EN 779:2012.

Monitoraggio qualità dell'aria indoor: classificazione dell'aria esterna

Monitoraggio qualità dell'aria indoor: licello CO2 e flusso aria esterna

Monitoraggio qualità dell'aria indoor: classificazione dei filtri

Qualità dell'aria esterna e qualità dell'aria indoor


UNI EN 15251:2008
Dal punto di vista della qualità dell’aria indoor, la norma fornisce gli strumenti necessari per garantire i giusti apporti di aria di rinnovo negli edifici a seconda della destinazione d’uso (residenziale o non residenziale), dell’occupazione e della categoria di comfort che si vuole raggiungere (classe I, II, III e IV, dove la I è la migliore), e dall’entità di sostanze inquinanti come formaldeidi e VOC (si avranno edifici inquinanti, poco inquinanti o molto poco inquinanti). La norma ammette che in mancanza di un comune standard per la qualità dell’aria è possibile utilizzare la concentrazione di CO2 in quanto espressione dell’inquinamento dovuto all’uomo e alle sue attività.


UNI 9182:2014
Impianti di alimentazione e distribuzione d’acqua fredda e calda. Progettazione, installazione e collaudo. Contiene le informazioni per la progettazione anti legionella degli impianti.
 

UNI 7129:2015
Progettazione degli impianti a gas a uso domestico. La norma si occupa di tutti gli aspetti della progettazione, in particolare dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, della ventilazione e aerazione dei locali di installazione.


VOC, formaldeide
UNI EN ISO 16000-9:2006

La norma specifica un metodo generale di prova di laboratorio per la determinazione del flusso specifico per superficie, di emissione di composti organici volatili (VOC) da prodotti da costruzione di nuova produzione o prodotti di finitura.


UNI EN 13986:2015
Norma armonizzata per i pannelli a base di legno nelle costruzioni ai fini della certificazione CE. Contiene anche i requisiti di emissione di formaldeide per questi prodotti che rappresentano una minaccia per la qualità dell’aria interna.


UNI EN 14342:2013
Norma armonizzata per le pavimentazioni in legno e parquet ai fini della certificazione CE. Contiene anche i requisiti di emissione di formaldeide, pentaclorofenolo PCF e altre sostanze pericolose per la qualità dell’aria interna.


LEGISLAZIONE ITALIANA

Per quanto riguarda l’inquinamento esterno, l’Italia ha recepito le direttive europee che fissano limiti di emissione e misure di contenimento dell’inquinamento esterno.
Tuttavia in Italia non si dispone ancora di una normativa specifica per il controllo della qualità dell’aria negli ambienti di vita chiusi. Le norme per la salubrità delle abitazioni sono fissate, per ogni comune, dal regolamento di igiene e sanità. Esistono delle Linee Guida realizzate su iniziativa del Ministero della Salute, norme relative alla salubrità degli ambienti di lavoro, raccomandazioni per la popolazione per alcuni inquinanti e recentemente un decreto che fissa i requisiti minimi di emissione dei materiali utilizzati negli edifici pubblici.

Questi i principali riferimenti legislativi in Italia relativi alla qualità dell’aria.

  • D.Lgs. 155 del 13/08/2010 che recepisce la Direttiva Europea 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa.
  • D.Lgs.152/2006 del 03/04/2006, che recepisce le Direttive Europee concernenti le misure per il contenimento degli inquinanti, inclusi i composti organici volatili rilasciati da attività industriali e depositi di benzina, gli inquinanti da impianti industriali e da impianti di combustione.
  • Decreto Legislativo 27 marzo 2006, n. 161. Attuazione della direttiva 2004/42/CE per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all’uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché in prodotti per la carrozzeria.
  • Raccomandazione Euratom n. 143/90 della Commissione Europea del 21 febbraio 1990 sulla tutela della popolazione contro l’esposizione al radon in ambienti chiusi.
  • Accordo del Ministero della Salute, Regioni e Province autonome del 27/09/2001 (G.U N.276 del 27 novembre 2001). Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati, fornisce le linee di indirizzo tecnico indispensabili per la realizzazione di un Programma Nazionale di Prevenzione negli ambienti indoor.
  • Le Fibre Artificiali Vetrose (FAV) - Linee guida per l’applicazione della normativa inerente ai rischi di esposizioni e le misure di prevenzione per la tutela della salute. Conferenza Stato/Regioni, su proposta del Ministero della Salute, 10 novembre 2016
  • Decreto Legislativo 19 settembre 1994, n. 626 attuazione delle direttive europee riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro. Il decreto è stato completamente trasfuso nel cosiddetto Testo Unico Sicurezza Lavoro (D.Lgs. 81/2008), a sua volta successivamente integrato dal D.Lgs. n. 106 del 3 agosto 2009.
  • Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50 Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture. Stabilisce i criteri minimi ambientali per la progettazione e la ristrutturazione di edifici pubblici e in particolar modo stabilisce i limiti di emissione dei materiali come pitture e vernici, pavimenti e rivestimenti, adesivi, sigillanti, ecc.